Comunicato

                                            COMUNICATO

Come AIMC, Associazione Italiana Maestri Cattolici, nella sua dimensione regionale, ci sentiamo particolarmente interpellati dalla nota del 27 novembre 2019 che l’Assessore all’Istruzione della Regione Piemonte ha inviato alle scuole.

Desideriamo pertanto esprimere qualche considerazione in merito.

  • La progettazione didattica nelle scuole è (o perlomeno deve essere) frutto di una sapiente armonizzazione tra indicazioni nazionali, lettura di contesto, disponibilità di risorse. Essa è frutto di scelte autonome dei singoli istituti scolastici che di essa devono rendere conto alle famiglie e agli studenti che le frequentano.E’ possibile e usuale che dal territorio giungano delle proposte o delle sollecitazioni, le più diverse, ma l’accoglierle o meno rimane scelta di competenza del mondo scolastico.
  • Siamo i primi a sostenere che la nostra cultura è intrisa di elementi che provengono dal mondo delle (volutamente al plurale) religioni e che quindi tali aspetti non possono essere ignorati. E’ sicuramente compito della scuola offrire ai ragazzi delle chiavi di lettura utili alla loro conoscenza, interpretazione e valutazione al fine di guidarli a scelte personali.
  • Il tema del Natale non ha un valore più significativo di altri con cui quotidianamente ci si confronta e che hanno radici profonde nella dottrina cristiana: pensiamo al tema del rispetto della natura, al valore della persona umana in tutte le sue manifestazioni, all’educazione alla solidarietà e alla collaborazione.
  • Estrapolare tra tutti questi, per farne oggetto di una maggior valorizzazione, solo il Natale attraverso alcuni suoi segni quali l’allestimento del presepe o l’albero di Natale, che pur tradizionale non ha un collegamento diretto con il tema della Natività, rischia di assumere un valore quasi folkloristico, superficiale se si ferma lì e non accenna al significato vero di questa festa, quando poi non scade in questioni strettamente consumistiche e commerciali che sono l’aspetto più evidente che si respira in questo periodo lungo le strade di ogni città o paese.
  • Inoltre ci sono molti modi, dal punto di vista didattico, per affrontare un tema così ampio e ricco. Non è detto, anche se non è escluso, che canti e recite siano gli unici strumenti per parlare delle “tradizioni” natalizie. Sta alla professionalità dei docenti cercare e percorrere anche strade nuove e diverse. Ci sono, ad esempio, scuole che colgono l’occasione del Natale per educare a gesti di solidarietà e di vicinanza ai più bisognosi.
  • Ultimo, ma non ultimo aspetto, è quello del rispetto di chi cristiano non è o perché appartenente ad altre culture o perché non interessato ad approfondire una dimensione di spiritualità. Ogni scuola, ogni classe, ogni insegnante ( e nessuno meglio di lui) conosce le persone, adulti e bambini, con cui condivide le giornate di scuola e può calibrare il proprio intervento didattico sui temi che via via affronta in modo da conciliare i giusti aspetti cognitivi e culturali da diffondere con gli aspetti più strettamente emotivi , relazionali ed etici.

Si ritiene utile precisare che le considerazioni sopra espresse in occasione dell’attuale circostanza possono essere estendibili a qualunque eccessiva “interferenza” esterna nella programmazione didattica delle scuole e a qualunque possa esserne il promotore.

                                                                                               Il Presidente regionale

                                                                                                     Claudia Mossina

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